Oggi 25 aprile si festeggia la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dalla occupazione nazista. Nel lontano 25 aprile del 1945 i partigiani intimarono una frase decisiva agli eserciti che allora occupavano la nostra penisola: "Arrendersi o perire!"
Il comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani proclamò l'insurrezione in tutti i territori occupati dai nazifascisti. Il CLNAI assunse il potere in nome del popolo italiano e tra le sue prime decisioni vi fu quella di condannare a morte tutti i generali fascisti, compreso Benito Mussolini, il quale venne fucilato. La liberazione pose fine alla dittatura, in tal senso fu una vera e propria "rivoluzione" per il nostro paese. Un anno dopo la popolazione si recò alle urne per decidere con un referendum, quello del 2 giugno 1946, se mantenere la monarchia o proclamare la repubblica. In questo giorno così importante per la storia del nostro paese, sento di dover fare alcune considerazioni personali. Innanzitutto parto dall'idea che una tragedia vada evitata prima che essa abbia luogo. Nel 1945 solamente una piccola parte dell'Italia insorse contro il nazifascismo. Già da allora l'Italia dimostrava di essere un paese senza "attributi", un paese che accettava la dittatura senza opporsi e senza protestare. I veri eroi della storia rimangono per me le vittime fatte da essa, coloro che pagarono con la propria vita la conquista della libertà. È a loro che oggi va il mio ricordo, non a quelle persone che avevano paura di opporsi ad un regime totalitario e che addirittura chiamavano i propri figli con il nome del Duce solo perché così ricevevano in cambio denaro. È alla gente dimenticata dalla storia che dico "Grazie!" perché è questa gente che mi ha insegnato che nella vita bisogna sempre rischiare e lottare per ciò in cui si crede, e non arrendersi passivamente.
Oggi il termine "libertà" viene forse dato un po per scontato. Nasciamo con l'idea di essere liberi, senza limiti di pensiero o costrizioni fisiche. Ma è realmente così? Siamo del tutto liberi? Se libertà significa capacità di scegliere senza costrizioni da parte di un sistema che ci inghiotte o di poter proclamare le proprie idee per il semplice fatto che siano nostre, allora l'Italia e' veramente un paese libero oppure settantuno anni dopo nulla e' cambiato? Se libertà vuol dire anche non avere dogmi o pregiudizi nei confronti di persone o cose allora gli italiani sono un popolo libero? Chiudo con questi quesiti che a me personalmente fanno molto pensare sulla condizione del nostro paese oggi 25 aprile 2016.
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